Da quando nel 2001 il Consiglio dei diritti umani delle Nazioni Unite ha adottato i Principi guida su imprese e diritti umani (UN Guiding Principles on Business and Human Rights) il tema tiene sempre più banco nel dibattito sociale e con la votazione popolare di novembre 2020 sull’iniziativa «Per imprese responsabili – a tutela dell’essere umano e dell’ambiente» (Iniziativa multinazionali responsabili) ha raggiunto un primo apice.
I Principi guida delle Nazioni Unite su imprese e diritti umani
I Principi guida delle Nazioni Unite su imprese e diritti umani sono considerate lo standard di riferimento globale per individuare e valutare le ripercussioni delle attività economiche sui diritti umani.
Nel quadro di tali Principi, le imprese vengono responsabilizzate al rispetto dei diritti umani (responsibility to respect) quali organismi specializzati della società. Questa definizione sottolinea come, a differenza degli Stati, le imprese non siano «classici» garanti del rispetto dei diritti umani (duty bearers), ma abbiano comunque una responsabilità in questo settore. Di conseguenza, il secondo e il terzo pilastro chiedono loro esplicitamente di integrare nella dovuta diligenza i rischi concernenti i diritti umani e di affrontare in modo adeguato gli influssi negativi su tali diritti.
La strategia di attuazione della Svizzera
Dopo l’adozione dei Principi, uno dei primi compiti del CSDU è stato quello di rilevare lo status quo giuridico e gli impegni internazionali assunti dalla Svizzera nell’ambito delle imprese e dei diritti umani. Questo lavoro è servito come base di discussione per una strategia di attuazione dei Principi guida dell’ONU. Nel 2016, il Consiglio federale ha adottato come parte integrante di tale strategia un Piano d’azione nazionale (PAN) su imprese e diritti umani, rivisto nel 2020, nel quale delinea le misure da adottare affinché le imprese si assumano la loro responsabilità in materia di diritti umani per migliorarne la tutela nel quadro delle attività economiche. Oltre alla Svizzera, ad oggi, molti altri Paesi hanno pubblicato o stanno elaborando un piano d’azione su imprese e diritti umani.
Il punto di contatto nazionale
Accorpato nella SECO, il Punto di contatto nazionale (PCN) per le Linee Guida OSCE destinate alle imprese multinazionali svolge un ruolo importante per l’attuazione pratica dei diritti umani nell’economia, in quanto è tenuto a promuovere il rispetto dei Principi OSCE e a fare da mediatore quando un’impresa svizzera è accusata di averli violati. Tra i suoi interventi più noti spiccano le mediazioni passate o in corso per denunce extragiudiziarie nei confronti di UBS, Credit Suisse, Lafarge-Holcim, Syngenta e della FIFA.
Nello svolgimento di questa sua attività, il PCN è supportato da una Commissione consultiva composta da rappresentanti di organizzazioni mantello dell’economia, dei sindacati, delle ONG, del mondo scientifico e dell’amministrazione pubblica, e copresieduta (fino al 2019) dalla direttrice della SECO e dalla responsabile del settore diritti umani ed economia del CSDU. È tramite questa Commissione che, ad esempio, le competenze del CSDU sono confluite nella revisione delle norme procedurali per il PCN.
Cartelloni a favore e contro l’iniziativa per imprese responsabili, Ginevra, novembre 2020 (foto: KEYSTONE/Martial Trezzini)
L’iniziativa multinazionali responsabili…
Il 29 novembre 2020, il popolo svizzero si è espresso sull’iniziativa «Per imprese responsabili – a tutela dell’essere umano e dell’ambiente» (iniziativa multinazionali responsabili)» il cui testo chiedeva che le imprese svizzere rispettassero anche all’estero i diritti umani e le norme ambientali riconosciuti a livello internazionale. Se fosse stata approvata, esse sarebbero state tenute a usare la dovuta diligenza in materia di diritti umani e tutela dell’ambiente. L’iniziativa prevedeva inoltre una responsabilità civile delle imprese che nell’esercizio delle loro incombenze d’affari non usano la dovuta diligenza e violano i diritti umani e le norme ambientali riconosciuti a livello internazionale. La modifica costituzionale proposta è stata bocciata di stretta misura dalla maggioranza dei Cantoni.
… e il controprogetto indiretto
Per questo motivo, se non verrà lanciato un referendum, entrerà in vigore il controprogetto indiretto, ossia una modifica di legge adottata dal Parlamento a giugno 2020 che obbliga le imprese a redigere ogni anno un rendiconto sulle questioni non finanziarie riguardanti l’ambiente, i lavoratori, gli aspetti sociali, il rispetto dei diritti umani e la lotta contro la corruzione, e introduce una dovuta diligenza nell’importazione di determinati minerali e metalli provenienti da zone di conflitto e in materia di lavoro minorile. Un altro controprogetto, più vicino agli intenti degli iniziativisti, è stato respinto dal Parlamento.
Durante l’intero processo parlamentare, il CSDU ha fornito consulenza ai servizi federali competenti, ai membri delle due Camere del Parlamento e ad altri interessati, ad esempio attraverso analisi e commenti sugli sviluppi normativi nel settore delle imprese e dei diritti umani in altri Paesi, nell’OCSE e nell’UE.
«Durante l’intero processo parlamentare, il CSDU ha fornito consulenza ai servizi federali competenti e ai membri delle due Camere del Parlamento.»
Ai fini di un’armonizzazione con gli standard internazionali vigenti, questi sviluppi sono stati considerati anche nell’elaborazione del controprogetto indiretto: le disposizioni sulla rendicontazione non finanziaria, ad esempio, si ispirano alla direttiva UE sulla responsabilità sociale delle imprese del 2014, quelle sulla dovuta diligenza nel settore dei minerali di conflitto, tra gli altri, al regolamento UE sui minerali provenienti da zone di conflitto e alla relativa guida OCSE, mentre gli impegni in materia di lavoro minorile si basano sul Child Labor Due Diligence Act olandese (non ancora entrato in vigore) e sulla relativa guida OCSE.
Persone al lavoro in una miniera d’oro in Sudan. Per l’importazione in Svizzera di oro proveniente da zone di conflitto e ad alto rischio è probabile l’introduzione di un obbligo di diligenza. (foto: iStock/Maciek67)
Convenzione ONU su imprese e diritti umani
Dal 2018, il CSDU segue e commenta anche le negoziazioni dell’ONU per l’elaborazione di una convenzione internazionale vincolante sulle imprese e i diritti umani. Pubblicata nel 2020 dal gruppo di lavoro ad hoc, la seconda bozza rivista della Convenzione impone agli Stati firmatari di introdurre nella propria legislazione una dovuta diligenza delle imprese in materia di diritti umani. Il CSDU sostiene la Confederazione in questo processo elaborando analisi che fungono da base oggettiva per gli interventi della Svizzera nelle negoziazioni citate. Inoltre, il CSDU partecipa regolarmente alle consultazioni con altri attori interessati.
Prospettive e raggio d’azione del CSDU
Gli sviluppi dinamici degli ultimi anni mostrano che nella politica e nella società vi è un grande interesse a radicare nella legge e a concretizzare la responsabilità delle imprese nel settore dei diritti umani. Diverse iniziative promosse di recente dall’UE e da singoli Paesi europei come la Francia, la Germania, i Paesi Bassi, la Norvegia e la Finlandia confermano questa tendenza.
«Anche in Svizzera dovranno seguire ulteriori passi verso obblighi delle imprese più vincolanti.»
Sempre più Stati, inoltre, sono favorevoli all’introduzione di una dovuta diligenza vincolante in materia di diritti umani. Per un’economia aperta come la Svizzera e le sue imprese è fondamentale disporre di condizioni quadro chiare e allineate al contesto internazionale. Il controprogetto indiretto adottato dal Parlamento, quindi, non costituisce il punto finale del dibattito ma solo il suo inizio. Anche in Svizzera dovranno seguire ulteriori passi verso obblighi delle imprese più vincolanti per soddisfare nuovi standard internazionali.
Se inizialmente le attività del CSDU si concentravano sul contesto giuridico e sugli impegni della Svizzera nel campo dei diritti umani, negli ultimi anni il suo raggio d’azione si è ampliato. Ora il CSDU commenta e analizza regolarmente progetti normativi di altri Paesi, dell’UE, dell’OCSE e dell’ONU. Attraverso questo lavoro diversificato ha contribuito a far sì che la responsabilità in materia di diritti umani e le attività economiche non siano percepite come aspetti contrapposti ma elementi che si integrano a vicenda. In questo senso, nei prossimi due anni il CSDU continuerà a seguire attivamente questo tema e a mettere le proprie competenze a disposizione di autorità, società civile ed economia.
Studi realizzati dal CSDU sul tema imprese e diritti umani